Il potere salvifico dell’Arte
- Zaira Daniele
- 12 ott 2015
- Tempo di lettura: 4 min

Dai grandi della dell’arte contemporanea…ai ragazzi delle comunità: ogni uomo è artista se creando libera il suo io più profondo, le sue emozioni...
Molte volte, e la storia dell’arte ce ne da conferma, l’input alla creazione artistica nasce nell’uomo da una condizione interiore di solitudine, di angoscia, di malessere esistenziale, o da uno stato di malattia, di pazzia, o ancora dal disagio sociale, dal rifiuto di certi parametri della società, in cui oggi ci si sente spesso incompresi, soli, oppressi. L’Arte diventa uno strumento di salvezza, una mano invisibile a cui aggrapparci per non annegare nello “stige” nero della propria interiorità, nel mare della disperazione, una forza divina che ci aiuta a ritrovare la luce attraverso momenti di gioia pura, il senso perduto della vita attraverso occhi nuovi che guardano lontano, oltre il limite, per appagarsi ogni giorno degli infiniti colori della realtà. Attraverso l’azione creativa, l’individuo si riscatta moralmente dalle “carceri” del suo io e della società, si riappropria della sua identità e della sua libertà interiore, riconciliandosi col mondo con cui ristabilisce nella dimensione ideale dell’arte un rapporto. Così l’arte, diventa per l’uomo-artista, lo spazio privilegiato in cui vivere liberamente, per esprimere sé stesso, superando i limiti e le convenzioni della società, la linfa vitale…dunque, il suo mondo, fatto di emozioni, di contrasti, di gioie e di paure, in una cromia accesa, fortemente espressiva. L’Arte spesso è per l’artista, la vita stessa, la vera vita, di cui la sua anima si nutre: egli per vivere ha bisogno dell’Arte come stimolo creativo che accende in lui la passione per la vita, e vive per l’arte, per un fine sublime che lo realizza interiormente, elevandolo, dando senso alla sua esistenza. Attraverso la creazione di un percorso-installazione simbolico che va “dal buio…alla luce”, in cui è racchiuso un po’ il senso della mostra stessa, abbiamo dunque voluto porre accanto ai lavori realizzati dai ragazzi della Comunità Solidarietà di Padre Domenico De Rosa, peraltro ammirevoli e per la tecnica e per l’originalità espressiva, alcune opere di artisti contemporanei famosi, che sono l’espressione di una interiorità travagliata, della complessità psicologica propria degli animi sensibili come quelli degli artisti, di un rapporto contrastante col mondo esterno fatto di indifferenza e incomunicabilità; spesso i dipinti rivelano attraverso la forza espressiva del colore e delle pennellate, le paure, le angosce, i dubbi riposti negli angoli oscuri della coscienza, ci rappresentano attraverso dei frames di immagini il vissuto dell’artista con i suoi lati bui; così queste opere, fotocopiate, inserite nella mostra sono sintomatiche della complessa personalità degli artisti che le hanno realizzate e del loro travagliato percorso esistenziale ma, sono qui assunte in senso comunicativo, per
lanciarci un messaggio di ottimismo: esse ci vogliono far capire, che dalle tenebre dell’esistenza, si può uscire, riscattandoci, in qualche modo, attraverso il miracolo della creazione artistica che ci conduce verso la luce schiudendoci le porte dell’Assoluto…l’Arte, dunque, rigenera lo spirito, lo purifica, lo nobilita…smuovendo le corde più segrete del nostro cuore, essa ci fa riscoprire il senso dei valori umani, della vita L’edera, intesa come emblema dell’amicizia, del legame tra le persone, e dunque della solidarietà fa un po’ da trade union tra i vari reparti della mostra dominando insieme alla paglia lucente lo spazio espositivo, e nel simbolico percorso “dal buio…alla luce”, metafora della mostra e dell’esistenza umana, diventa simbolo di speranza, di fede in una rinascita morale dell’uomo. La paglia con la lucentezza del suo colore, totalmente in contrasto con la lussuosità della sala espositiva, irradia tutto l’ambiente della mostra, ed allude alla luce, tema centrale della mostra. Essa, in quanto materiale povero, nell’umiltà della sua sostanza, vuole simboleggiare la purezza dell’arte, in quanto espressione di sentimenti genuini e dei valori veri dell’uomo che sono nascosti in fondo al cuore di ognuno, e quindi la ricchezza “spirituale”dell’arte stessa, che contrasta con l’esteriorità dei comportamenti dell’uomo moderno, in una società fatta di convenzioni, dove troppo spesso si da importanza a falsi miti, quali il denaro, le mode, ecc., che conducono l’uomo al vuoto morale. La pittura di Van Gogh, Gauguin, Munch, Scipione, Basquiat, Kokocinski, ci parla della loro esperienza personale di vita, del loro dramma interiore, è una sorta di sfogo psicologico, spesso essa coincide con la vita e ha avuto per alcuni di loro un potere salvifico, catartico. Così l’attività creativa ha rappresentato, per i ragazzi –artisti delle comunità, sita a Itri presso località Le Vaglia, un momento importante nel loro cammino verso la luce, per uscire dal tunnel della droga e ritrovare la propria dignità riconciliandosi con se stessi e col mondo e riaprendosi alla bellezza vita, meraviglioso dono divino, con i suoi infiniti colori…nell’Arte essi molte volte hanno trovato rifugio e appagamento, rendendo visive e tangibili le loro intime sensazioni attraverso la materia dei loro lavori artistici. Forte è dunque, nell’uomo il bisogno di raccontare le esperienze più traumatiche della propria vita, come atto liberatorio, di esternare le proprie paure e le angosce nascoste nel fondo dell’anima, come tracce indelebili del nostro vissuto, e l’artista lo fa con gli strumenti della sua creatività, trasferendo tutto il suo mondo interiore nell’opera d’arte, dove da forma e colore alle sue sensazioni più profonde. Ogni uomo, è in fondo artista, se tirando fuori la creatività che è in lui, esprime se stesso. Zaira Daniele
Comments