Umberto Argentino, pittore della realtà, e la sua poetica del quotidiano e della “fondanità”.
- Zaira Daniele
- 12 ott 2015
- Tempo di lettura: 3 min

Guardando un qualsiasi dipinto di Umberto Argentino, ti perdi nella descrizione dettagliata dei particolari, e ti sembra dopo un pò di entrare nel quadro, di sentirti tu stesso l’osservatore di quei momenti di vita paesana, di quegli attimi di realtà, intensamente vissuti dal pittore, e di riviverli insieme a lui. Sono scene fugaci estrapolate dalla realtà quotidiana e registrate con un singolare realismo nella pittura. Le immagini sono così vere, reali, nella freschezza di un colore minimale, essenziale, piatto, dalle tinte tenui, acquerellate, che si aggiunge delicatamente vivificandolo, ma senza sovrapporsi, al linearismo di un disegno fortemente descrittivo….che sembrano prendere vita, voce, respiro. Pare di vederle muoversi, a tratti lenti, quelle vecchiette di Fondi nei vicoli, intende ai lavori domestici di routine, nello scorrere quieto e ciclico delle loro giornate; e di sentire il vociare della gente nella piazza del paese, le strilla dei ragazzi che giocano, le voci delle persone sedute al bar o il chiacchiericcio delle persone che si incontrano per strada. La pittura di Argentino è carica di umanità, e parla un linguaggio popolare, si rivolge, con la sua vena popolaresca alla gente comune, a tutti, all’uomo in generale. Egli riesce attraverso le sue opere, con semplicità, a toccare i sentimenti e i valori umani, quelli genuini di una volta, di cui il suo paese dalle origini contadini era custode, e di cui oggi, nella società contemporanea dei consumi e delle speculazioni, dei falsi perbenismi, si è perso il senso. Umberto Argentino è un pittore schietto, spontaneo, racconta ciò che vede e che sente, in lui l’uomo è l’artista coincidono, c’è un’osmosi tra arte e vita ed è proprio questa’ultima, nella sua quotidianità, ad ispirare la sua arte. Per lui la pittura non è un qualcosa di astratto, di metafisico, ma è pura concretezza e realtà, come è concreta la vita, e concreti sono il suo lavoro di elettricista, la famiglia, gli affetti, i rapporti umani. Argentino riesce con efficacia a raggiungere attraverso le sue opere quella unione spirituale con l’osservatore, in base alla quale, secondo la critica crociana, l’io dell’artista deve coincidere con quello di chi osserva l’opera d’arte, che è poi la finalità dell’Arte. Quest’ultima infatti, attraverso la materia, esprime valori spirituali e la soggettività dell’artista, che, arrivando all’animo di ognuno che contempla l’opera, rende l’arte stessa oggettiva ed universale. Nei suoi dipinti, qualunque sia il soggetto trattato, esso ha una sua storia, esprime verità, è un pezzo di realtà, di vita vissuta dall’artista. La pittura di Argentino dunque diventa cronaca, documento, memoria storica. Sono scene palpitanti di vita, che hanno il sapore di un’istantanea, scene che ci appartengono -parlo da fondana, sua conterranea- che evocano le radici dell’artista, lo stretto legame e l’affetto per la sua città. Le sue opere cronachistiche, sono racconti di vita paesana, che esprimono una poetica del quotidiano e delle piccole cose, e si fanno documento della cultura popolare di un paese, quella cultura della “fondanità”, già efficacemente espressa tempo addietro in pittura da Domenico Purificato, e che l’intellettuale fondano Guido Ruggeri ribadisce nei suoi scritti. Umberto Argentino, attento osservatore della realtà, riporta come un fotoreporter, nei suoi disegni tutto ciò che vede, che lo colpisce, che lo emoziona, nell’ambiente che lo circonda, attraverso una tecnica veristica, direi verghiana, apparentemente asettica nell’oggettività impersonale della descrizione, ma dove trapela il sentimento, il punto di vista dell’autore, che coincidono con quelli dei popolani che lui ritrae con spirito solidale, e che spesso sono compaesani, dipinti anonimamente, nelle loro azioni quotidiane, nel loro contesto sociale, entro scorci di paese, dalla cromia a volte povera, a volte sorprendentemente vivace, che si confà squisitamente al soggetto raffigurato. Ma l’artista fondano, non è mai ripetitivo nel suo genere, le immagini e le scene, le ambientazioni dei suoi dipinti, pur nel suo stile inconfondibile, sono ogni volta diverse tra loro, egli vi aggiunge sempre un particolare nuovo; estremamente curioso, aperto al mondo e alla conoscenza, Argentino è intrigato dai diversi paesi e luoghi che visita e di ognuno dipinge, o abbozza veloce con la penna un’immagine, a suggellarne il ricordo. Sperimenta diverse tecniche, supporti, materiali e colorazioni, interessanti sono per esempio, accanto a quelli convenzionali, i dipinti monocromi su foglio, color caffè. Egli inoltre, fedele ad una pittura della realtà, di cui è un convinto assertore, nella sua umiltà, indaga anche l’arte contemporanea, anche quella non oggettiva, per cercare di coglierne un suo senso, e quel quid che rispecchia la sua sensibilità. Si misura con l’arte d’avanguardia, per esempio, alcune sue opere recenti, sono frutto di uno studio tutto suo personale di Chagall, di cui condivide l’ironia e il gioco, e soprattutto il racconto -spiazzando e interrogando talvolta lo spettatore- che fanno parte della sua personalità umana e artistica, ma Umberto Argentino, a differenza del pittore russo, fiabesco, rimane sempre con i piedi ben ancorati a terra.
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